2 La Parola come strumento di comunicazione
Per comunicare con il suo popolo Dio si serve spesso di suoi profeti. Come ministro della parola il profeta si distingue dagli altri mediatori fra Dio e il suo popolo; egli è il mediatore diretto, in quanto la parola giunge direttamente a lui investendolo, afferrandolo ed egli non può fare a meno di trasmetterla.
Così si esprimeva Geremia (20,7ss), ‘Mi hai sedotto, Signore, e o mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo devo gridare, devo proclamare: – Violenza! Oppressione! -. Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: – Non peserò più a lui, non parlerò più in suo nome! -. Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo’. Per 123 volte nell’AT ricorre l’espressione ‘la parola di Yhwh giunse a..’ e non è un semplice arrivare, ma è un afferrare inesorabile del profeta; così il profeta Amos (3,8): ‘Il Signore ha ruggito, chi non tremerà? Il Signore ha parlato, chi non profeterà?’. Attraverso la parola data ai profeti è Dio stesso che investe il suo popolo ed agisce efficacemente su di esso. Attraverso Osea (6,5), Dio condanna il suo popolo come un giudice in tribunale: ‘Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca…’ (cfr. anche Is 1,2-20; Mi 6,1-8; Ger 2,4-29).
D’altra parte la parola che giudica è anche la forza del profeta che la riceve, il quale è cosciente della grandezza di questa realtà (cfr Am 3,7, ‘In verità il Signore Dio non fa cosa alcuna se non ha rivelato il suo disegno ai suoi servi, i profeti’; Is 61,1ss, ‘Lo Spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti….’), della responsabilità della sua trasmissione. Ezechiele (3,16-21) paragona il profeta ad una sentinella, che deve avvisare il popolo del pericolo imminente, realtà della quale deve rendere conto. (continua)
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