BEATA ALEXANDRINA MARIA DA COSTA DI BALASAR (1904-1955) La sua storia straordinaria
Alexrandrina da Costa e’ nata il 30 Marzo, 1904 in un paesino chiamato Balasar in Portogallo, circa 200 miglia da Fatima.
Era il sabato Santo del 1918, mentre Alexandrina, sua sorella Deolinda e una giovane apprendista erano impegnate a cucire, tre uomini violentemente entrarono in casa tentando di violentarle sessualmente.
Per preservare la sua purita’, Alexandrina salto’ dalla finestra, cadendo da circa 4 metri di altezza. Come Santa Maria Goretti, era disposta a morire prima di consentire le avance sessuali di un uomo. I traumi post caduta erano molti , i dottori le diagnosticarono che le sue condizioni erano irreversibili, e sottolinearono che sarebbe rimasta paralizzata a vita.
Fino all’eta’ di 19 anni, Alexandrina riusciva in qualche modo a trascinarsi fino alla chiesa del paese, dove rimaneva in preghiera per lungo tempo. Con la sua paralisi che andava man mano peggiorando, le era stato detto di rimanere immobile a letto, e il 14 aprile del 1924 fino alla sua morte (31 anni) Alexandrina rimase completamente paralizzata a letto.
Durante I primi anni, Alexandrina chiese alla Benedetta Vergine Maria una grazia particolare per la sua guarigione, promettendo che sarebbe diventata una missionaria se fosse guarita. Continuo’ a chiedere grazie per avere una cura, e promise ancora di dare via, tutto quello che lei aveva. Anche I familiari piu’ stretti chiedevano grazie per la sua guarigione, ma purtroppo la sua paralisi rimase. Anzi la sua paralisi peggiorava di giorno in giorno, fino a che non riusciva piu’ a muoversi per I dolori atroci che provava. Una volta senti di essere sul punto di morire, e quindi le fu’ amministrato l’ultimo sacramento.
Da li a poco, Dio l’aiuto’ a vedere la sua sofferenza come una vocazione, una chiamata speciale per essere una vittima del Signore.
Quando Alexandrina capi’ con profondita’ la sua missione, abbraccio con se la sua sofferenza e inizio’ ad accettarla sempre piu’. Inizio’ da li’ una vita in unione con Gesu’. Questa unione, che percepiva, le faceva realizzare che doveva abbracciare la sua croce di sofferenza, incapacita’ e malattia, per amore di Gesu’. L’idea di soffrire per portare avanti la sua vocazione la porto’ senza che lei nemmeno se ne accorgesse a offrire se stessa a Dio, come vittima, per la conversion dei peccatori.
In risposta a questa coraggiosa richiesta, il suo dolore si intensifico’ sempre piu’ fino a diventare insopportabile.
Una notte insonne rimase sdraiata a letto, e cercava in tutti i modi di pregare, la sua testa adagiata sul cuscino e le mani che intrecciavano e duramente stringevano la corona del Rosario disse: “Oh Gesu’” ripetette la preghiera insegnata dalla Nostra Vergine di Fatima “ questo e’ per l’amore di Dio, per la conversion dei peccatori, e in riparazione per le offese contro il Cuore Immacolato di Maria. Senza dare importanza al dolore, continuo’ a pregare la stessa preghiera, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
IL SUO AMORE PER LA BEATA VERGINE MARIA
Alexandrina aveva una forte devozione verso la Vergine Maria, la sua ardente devozione alla Nostra Mamma celeste, la quale coltivava dalla sua giovinezza, divenne talmente forte che riusciva a tenersi legata sempre piu’ attorno alle braccia di Cristo. In Principio ,Il prete della parrocchia gli presto’ la statua del Cuore Immacolato di Maria, dopodiche’ Alexandrina, mise da parte fino all’ultimo centesimo per comprarsene una per conto suo. Al tempo della malattia, questa statua veniva baciata frequentemente, chiedendo alla Beata Vergine Maria la richiesta iniziale per una guarigione, Disse una volta: “ La Nostra Signora mi ha dato una grazia piu’ grande invece di una cura, per prima cosa mi abbandono a te per completare la conformita’ della volonta’ di Dio, finalmente, con la mia sete di sofferenza.
LA SUA DEVOZIONE ALL’ EUCARESTIA
Molte volte mentre era costretta a stare a letto, Alexandrina portava I suoi pensieri e il suo spirito davanti al tabernacolo della chiesa di quell paesino, e recitava questa preghiera: “ Mio buon Gesu’, Tu sei prigioniero e anche io sono prigioniera, siamo entrambi prigionieri. Sei prigioniero per la mia salute e la mia felicita’ e io sono prigioniera nelle Tue mani. Tu sei il Re e Signore di tutti e io sono un misero verme di questa terra. Mi abbandono a Te, pensando a questo mondo che e’ distruzione delle anime. Ma ora, scusandomi con tutto il mio cuore, desidero solamente quello che tu desideri, soffrendo con rassegnazione. Oh mio Gesu’, Ti adoro ovunque e in ogni cosa, affidandomi al Santissimo Sacramento. Dove trovo la tua mano la tua volonta’, rimango in attesa, Ti amo Signore anche per le persone che non amano. Chiedo perdono per tutte le persone che ti offendono. Vieni entra nel mio cuore.”
LA SUA DEVOZIONE ALLA SANTA MESSA
Come I lunghi mesi di agonia divennero anni, Alexandrina inizio’ a chiedere che si celebrasse la Santa Messa nella sua umile stanzetta. Le sembrava che fosse una grazia quella di celebrare la messa in camera sua, e teneva il desiderio per se. Nell’autunno del 1933, sentendo che un santo prete gesuita, padre Mariano Pihno, sarebbe passato in quell paesino, Alexandrina disse alla sorella Deolinda del suo tanto voluto desiderio.
Subito dopo il prete della parrocchia di Balasar, scrisse e chiese ad Alexandrina se le avrebbe fatto piacere assistere alla messa celebrandola in camera sua, e lei replico’ che sarebbe stata una gioia immensa, e che non riusciva nemmeno a spiegarlo in parole. Era il 20 novembre 1933, che padre Mariano Pinho celebro’ la sua prima messa nella piccola stanza di Alexandrina.
La Santa Messa venne celebrate moltissime volte successivamente alla prima. Alexandrina testualmente disse dopo la celebrazione della prima messa: Nostro Signore ha iniziato ad aumentare la sua tenerezza nei miei confronti, e allo stesso tempo il peso della mia croce. Santa sia la Grazia, nella quale la Sua bonta’ mai verra’ a mancare.
APPARIZIONE DI GESU’
Subito dopo la celebrazione della prima messa nella sua stanza, Alexandrina ricevette una vision di Cristo.
Di seguito scrivero’ una sua testimonianza: “ Una notte mi apparve Gesu’ in dimensioni naturali, come se fosse stato portato giu’ dalla croce. Ho potuto vedere in profondita’, le Sue ferrite aperte delle mani, dei Suoi piedi e del Suo costato. Il Suo Sangue fuoriusciva dale Sue ferite, e dal suo petto, fuoriusci’ talmente forte che dopo aver levato ornament attorno alla Sua vita,il Sangue cadde a terra. Gesu’ stave li’ vicino al mio letto. Con grande amore sono riuscita a baciare le Sue ferite delle Sue mani, e avrei voluto baciare anche le ferite dei Suoi piedi, ma la mia paralisi non mi permetteva di fare cio’. Pensai di non aver aperto bocca riguardo al mio desiderio di bacirGli le ferrite dei piedi, ma Gesu’ sapeva quello a cui stavo pensando, e con le Sue mani alzo uno dei Suoi piedi, e mi lascio’ baciare le ferrite dei Suoi piedi. Poi contemplai la ferita del Suo costato e il Sangue che fuoriusciva da essa, fino a che tutto mi si riempi della Sua compassione. Mi lanciai tra le Sue braccia e piansi: “Oh mio Gesu’, quanto hai sofferto per me! Rimasi tra le sue braccia ancora per qualche momento e poi Gesu’ scomparve.”
ASCESA AL CALVARIO
Scrivendo al suo direttore spirituale in quell tempo, padre Mariano Pinho, Alexandrina disse: “Solo poche parole perche’ la mia forza non me lo permette piu’. Ho passato la notte molto male. Non riuscivo a trovare la posizione adatta. Il giorno e’ passato, uno meglio e un altro peggio, con la croce che mi ha dato Nostro Signore.
Nella notte tra il sabato e la domenica, non saprei cosa sia passata nella mia testa. Stavo dormendo e mi svegliai di colpo, mi sembrava di morire. Questo strano fenomeno duro’ per qualche istante, ma si ripeteva spesso. Penso che fosse causato dale ossa della mia schiena. Spero che Nostro Signore mi ascolti, che sia fatta la Sua Santa Volonta’, molto spesso chiedo: “Oh mio Gesu’, cosa desideri che io faccia?” E ogni volta ascolto solamente la Sua risposta: SOFFRI, AMA E CERCA DI RIPARARE (28 marzo 1933)
“Benedetto sia il Signore, che mi ha chiamato in questo mondo per che io soffra e patisca cosi tante tribulazioni! A tutto questo, Io sono unita a tanti peccati, I quali mi fanno stare male piu’ di qualsiasi altra cosa. Chiedo ogni giorno di soffrire, e spiritualmente sento una grande consolazione quando soffro di piu’, perche’ ho molto piu’ da offrire al mio Gesu’. Comunque ci sono cose che comportano a molto, ma sia fatta la volonta’ di Dio, non la mia”.( 30 decembre 1933).
“la mia sofferenza e’ aumentata considerabilmente, e ora posso solamente assumere liquidi, per il rigonfiamento nella mia bocca. Forse come e’ venuto il rigonfiamento, se ne andra’ via. Con quella debolezza in cui ero avvolta, mi sembrava impossibile vivere ancora a lungo, la mancanza di cibo, mi causava ulteriore sofferenza, e assumendo solo liquidi spesso mi causava il vomito. Chiesi a Dio, ogni giorno, di non abbandonarmi neanche per un istante, sapendo bene che senza di Lui, non sarei riuscita a fare nulla.”(8 marzo 1934).
“ Vorrei ringraziarvi per gli auguri di buon compleanno tramite la mia stessa mano, e lo faro’ scrivendo qualche riga. Saranno sicuramente le ultime. Chiedo perdono, non riesco a continuare.( diede la penna a sua sorella). La mia sofferenza e’ aumentata sempre piu’. E per questo che queste saranno le ultime mie parole che in questo momento vi sto’ scrivendo. Non riesco nemmeno ad impugnare la penna da quanto forte e’ il mio dolore. Ho avuto un bellissimo regalo di Pasqua da Gesu’: oltre al dolore fisico, Mi ha dato anche dolore spiritual.” (7 aprile, 1934).
Due mesi piu’ tardi, in un altra lettera, lei Disse che alcune delle sue costole si erono dislocate e aggiunse:
“ Non posso raggiungerle attraverso grande dolore, nemmeno riesco a coprirle con indumenta…Tutta la contrarieta’ viene da Dio? O protrebbe venire dal diavolo, visto che ho avuto molti incidenti nella mia vita, I quali sembrerebbero fossero accaduti per mano sua.” (22 giugno, 1934).
Questo suo riferirsi al demonio era una prima sua indicazione dell’assalto diabolico, dal quale aveva iniziato a soffrire.
Durante la festa di Nostra Signora del Monte Carmelo 1934, lei scrisse: “Ho l’impressione che le costole del petto si siano unite a quelle della schiena, causandomi grande agonia, e non saprei come fare. Quando il dolore si fa’ irresistibile, mi sento meta’ corpo sdraiato a letto, e l’altra meta’ sulle gambe di mia sorella Deolinda.
Questo obbligava mia sorella a passare la notte intera in mia compagnia.
Ho ripetuto a Gesu’: “mandami la sofferenza che desideri, e provvedimi che io faccia riparazione delle offese che Tu hai ricevuto”. (15 agosto, 1934).
Il 6 di settembre, 1934 Alexandrina ando’ in una straordinaria ecstasy, in cui la voce compassionante di Cristo la invitava ad avvicinarsi al Suo Sacratissimo Cuore, condividendo in quell fuoco intense il suo dolore:
“DAMMI LE TUE MANI, PERCHE’ LE VOGLIO UNIRE ALLE MIE. DAMMI I TUOI PIEDI, PERCHE’ LI VOGLIO UNIRE AI MIEI. DAMMI LA TUA TESTA PERCHE’ LA VOGLIO INCORONARE CON LE SPINE COME HANNO FATTO A ME. DAMMI IL TUO CUORE, PERCHE’ LO VOGLIO TRAFIGGERE CON LA LANCIA COME HANNO TRAFITTO IL MIO. CONSACRA IL TUO CORPO A ME, OFFRI TE STESSA A ME, AIUTAMI A REDIMERE IL GENERE UMANO”. Alexandrina generosamente acconsenti alla richiesta di Gesu’.
GLI ATTACCHI DEL DEMONIO
La vita sofferente di Alexandrina per espiare tutti I peccati, era ora messa alla prova dai poteri dell’oscurita’. Dal 1934 in poi, inizio’ ad avere terribili visioni, sentire bestemmie, voci che Dio l’aveva abbandonata, che il suicidio era l’imperativo e alternativa alla sua agonia. Realizzo’ che lo spirito di satana era principalmente uno spirito di ribellione, Alexandrina mise la sua volonta’ nelle mani del suo direttore spirituale e non la prese mai indietro, anche quando le costo’ una grande opportunita’.
Quando padre Pinho poteva andare a visitarla, chiese ad Alexandrina di informarlo di qualsiasi cosa che le succedeva. Il 14 settembre 1934 gli scrisse: “Vuoi sapere quello che (la faccia nera dall’inferno) recentemente mi fa’ battere nella testa? Ecco qui: “Le cose che ti scrivo saranno la causa della mia condanna…e se non lo obbedisco….mi succedera’ il peggio.” “Mi fara’ piangere”.
Vedendola cosi afflitta, Nostro Signore le apparve di nuovo, un mese dopo, dicendole,: “ A CHI VUOI OBBEDIRE, A ME E ALLA TUA GUIDA SPIRITUALE, OPPURE AL DEMONIO?”
Le parole di Gesu’ riassicurarono Alexandrina, ma satana ritorno’ all’attacco: Scomunicazioni, mille scomunicazioni, se continuerai a scrivere alla tua guida spiritual! Stai gia’ bruciando all’inferno. Convertiti, si infelice! Convertiti, miserabile infelice! E’ l’affezione che ho nei tuoi confronti che mi fa’ parlare in questo modo. Vengo ora tramite il tuo Cristo che mi ha detto di prenderti, perche’ non ti puo’ piu’ salvare. Lui e’ sconcertato dal tuo modo di scrivere”.
Il diavolo aggiunse che era inutile che pregasse, che non c’era salvezza per lei, che nessuno poteva aiutarla, che lei sarebbe stata condannata.
Alexandrina ricordo’:
“Una notte di luna piena, dopo le preghiere senti la necessita’ di dormire, quando improvvisamente dentro la mia stanza scese una grande tenebra…percepivo un ombra oscura, e la vidi saltare verso di me, e mi disse: “Vengo a nome del tuo Cristo, per portarti all’inferno. “Baciai il crocifisso” e la voce continuava,:“ Baci quella cosa infelice!” il demonio allora mi ordino’ di fare cosec he non posso nemmeno pronunciarle…e solo quando presi l’acqua benedetta che fui lasciata in pace.
Alexandrina continuo’: “Di tanto in tanto vedo una luce rapida. Due volte ho visto due occhi grandi, molto aperti, che mi guardavano, ma sparivano velocemente. Di domenica, sentii una voce dolce che mi diceva: “Figlia mia, vengo a dirti di non scrivere piu’ niente di quello che vedi: la tua vista ti imbroglia. Non senti quanto sei stanca? Mi stai offendendo cosi, e’ il tuo Gesu’ che ti parla non satana.” Ero sospettosa e iniziai a baciare il crocifisso”. La voce divenne infuriata e turbolente, “se continui a scrivere distruggero’ il tuo corpo. Pensi che non ci riesca a farlo?”.
In una lettera a padre Pinho, datata 14 febbraio 1935, Alexandrina scrisse,:”Il demonio voleva che rimuovessi gli oggetti sacri che indossavo e il crocifisso che tenevo tra le mani. Mi disse che aveva dei segreti che voleva confidarmi, ma prima dovevo rimuovere tutti gli oggetti, che lui odia”.
Per un lungo periodo, mentre soffriva, Nostro Signore sembrava averla abbandonata, non sentiva piu’ la voce rassicurante. Il diavolo se ne approfitto’ di questa opportunita’ per inculcare nella sua anima quel senso di immenso dubbio, col valore della sua sofferenza, convincendola che fosse dannata per sempre, conducendola verso il pensiero di suicidio. “ Presi l’Acqua Santa, come feci in altre simili occasioni”. Alexandrina disse a padre Pinho. “ ho pregato per lungo tempo senza tregua, “Oh mio Gesu’, mai, mai, voglio offenderti. Ti dico gia’ da or ache non direi o farei niente che potrebbe offendere”.
“Ci sono giorni, quando il diavolo mi fa’ sentire cosi esausta, e mi mette tante cattive idee e dubbi dentro la mia mente, se non erano lontanamente per la bonta’ di Dio, mi avrebbe vinto di gia’….mi tento’ cosi tanto che c’erano giorni in cui sentivo che l’inferno mi stesse inghiottendo. Mi spingeva ad uccidermi, dicendomi che mi avrebbe detto la ragione di tutto questo senza alcun costo. Aggiunse che stavo soffrendo senza alcuna riconpensa, che Nostro Signore non mi ama, che la mia guida spirituale non credeva ad una sola parola di quello che dicevo, che quello che credevo di sentire quando Nostro Signore mi parlava era causato dal tempo, e dalla mia malattia”.
Frequentemente, quando portavo il crocifisso alle mie labbra, il diavolo si infuriava, dicendo: “Se non fosse per quell’impostore, che tieni tra le mani, avrei gia’ messo un piede sul tuo collo. Avrei gia’ ridotto il tuo corpo in polpa. Ma vedrai che lo fara’ Lui stesso. Allora si che desidererai venire a me , ma io non ti accettero’, grazie a quell’oggetto di superstizione….non ho piu’ paura, ma lo odio!”.
Il coraggio di Alexandrina era continuamente testato a pieno. Il 2 febbraio 1935 disse di vedere” creature rosse che non riesco a descrivere” e continuo’: “se solo avessi un prete con cui aprire il mio cuore…come posso evitare tutto questo?” Piansi, ma erano lacrime di rassegnazione alla volonta di Dio”.
Tutto questo tempo, le sue sofferenze fisiche continuarono a farsi piu numerose e profonde.
Piangendo, Alexandrina imploro’ Nostro Signore, per intervenire e dar fine a questi attacchi. Gentilmente e compassionalmente, Gesu’ spiego’ il come queste ulteriori sofferenze avrebero aiutato altri peccatori. Lui disse ulteriormente in altre volte in cui andava in ecstasy:
“FIGLIA MIA, LA SOFFERENZA E’ LA CHIAVE DEL PARADISO. HO PROVATO COSI TANTO AD APRIRE LE PORTE DEL PARADISO AL GENERE UMANO, MA PER MOLTI E’ STATO INVANO. LORO DICONO: “VOGLIAMO GODERCI LA VITA”, “SIAMO VENUTI AL MONDO SOLAMENTE PER GODIMENTO”. LORO DICONO:”L’INFERNO NON ESISTE.” IO SONO MORTO PER LORO, E LORO MI DICONO CHE NON MI HANNO CHIESTO DI FARE TUTTO CIO’. HANNO PRONUNCIATO ERESIE CONTRO ME. IN ORDINE PER SALVARLI, HO SELEZIONATO CERTE ANIME APPOGGIANDO LA CROCE SOPRA LE LORO SPALLE. BEATE LE ANIME CHE CAPISCONO IL VALORE DELLA SOFFERENZA! LA MIA CROCE E’ DOLCE E LEGGERA SE PORTATA PER AMORE NEI MIEI CONFRONTI… IO VI HO SCELTO DAL GREMBO DI VOSTRA MADRE. IO VI ASSISTEVO NELLE VOSTRE GRANDI DIFFICOLTA’. SONO STATO IO CHE HO SCELTO TALI DIFFICOLTA’ PER VOI, PER POTER AVERE VITTIME DA OFFRIRMI MOLTA RIPARAZIONE. APPOGGIATEVI AL MIO SACRO CUORE, E TROVATE DENTRO IL MIO CUORE LA FORZA PER SOFFRIRE IN OGNI COSA”.
NUTRITA SOLO DALL’EUCARESTIA
Era venerdi Santo, il 27 marzo, 1942, una nuova fase iniziava per Alexandrina, lei non ricevette nutrimento di ogni genere eccetto la Santa Eucarestia. Questo straordinario miracolo continuo’ per 13 anni e 7 mesi, fino alla sua morte. Vivendo solamente con l’assunzione dell’Eucarestia, Gesu’ le disse: “NON MANGERAI PIU’ CIBO SU QUESTA TERRA. IL TUO CIBO SARA’ LA MIA CARNE; IL TUO SANGUE SARA’ IL MIO SANGUE DIVINO, LA TUA VITA SARA’ LA MIA VITA. LA RICEVERAI DA ME, QUANDO UNISCO IL MIO CUORE AL TUO. NON AVERE PAURA FIGLIA MIA…”
I dottori rimasero sterefatti da questo fenomeno, e iniziarono a fare test su Alexandrina, e si comportavano in modo freddo e ostile nei confronti della ragazza, questo aumento’ in lei dolore e umiliazione, ma si ricordo’ delle parole di Gesu’, che le disse: “RARAMENTE RICEVERAI CONSOLAZIONE…LO VOGLIO PER FAR SI’ CHE MENTRE IL TUO CUORE SI RIEMPIE DI SOFfERENZA, SULLE TUE LABBRA CI SARA’ IL SORRISO”.
Ad Alexandrina le fu’ ordinato dale autorita’ della chiesa di sottoporsi a test in ospedale per 40 giorni, e molti test confermarono la sua fase di digiuno:
Il test ufficiale scritto dal Dr. Araujo, confermo’ che il prodigio era scentificamente inspiegabile. La frase chiave fu’: “E’ assolutamente certo che durante 40 giorni distesa a letto in ospedale, la donna malata non ha mangiato ne bevuto…e crediamo che tale fenomeno sia successo durante gli ultimi mesi, forse per gli ultimi 13 mesi…lasciandoci molto perplessi”.
Il report e’ stato firmato da Dr Gomez de Araujo dall’accademia di medicina di Madrid, specialista in malattie nervose e artitri.
In addizione al normale report, c’era un certificato firmato da Dr Lima e Azevedo, il quale diceva:
“Sottoscriviamo di seguito, Dr. Lima , professore della facolta’ di medicina di Oporto, e Dr Azevedo, dottore della stessa facolta’, che avendo testato e esaminato Alexandrina Maria da Costa, di anni 39, nata e residente a Balasar, confermiamo la sua paralisi…e abbiamo inoltre testato che la donna dal 10 giugno al 20 luglio 1943 e’ rimasta a letto per la sua infantile paralisi all’ospedale di Foce del Duro, sotto la direzione di Dr. Araujo e giorno e notte sotto la sorveglianza di personale imparziale, desiderose di scoprire la verita’ sul suo digiuno. La sua astinenza da cose liquide e solide e durata per tutto quell tempo. Abbiamo testato inoltre che, il suo peso, la sua temperature corporea, la sua respirazione , la pressione del sangue, il polso e il sangue erano normali,e le facolta’ mentale era lucida e costante,e la paziente non ha avuto nessuna natural necessita’, durante questi 40 giorni.
Il certificate continua:
“L’esaminazione del sangue, fatto 3 settimane dopo il suo arrivo in ospedale, e’ attaccato a questo certificate, e da esso si puo’ notare, come , considerando l’astinenza da cose liquide e solide, la scienza non ha spiegazioni. Le leggi di fisiologia e biochimica, non possono spiegare la sopravvivenza della donna malata per I 40 giorni di assoluto digiuno in ospedale, senza considerare che gornalmente Alexandrina ha risposto a interrogazioni e sostenuto molte conversazioni, mostrando un eccellente disposizione e perfetta lucidita’ di spirito. Come osservato il fenomeno ogni venerdi attorno le 3 del pomeriggio(esempio: le sue ecstasy, crediamo appartengono all’ordine mistico…Pe r la grazia della verita’, abbiamo preparato questo certificato il quale abbiamo firmato. Oporto, il 26 luglio 1943.”
LA SUA SANTA MORTE
La mattina presto del 13, il 38esimo anniversario dell’apparizione finale di Nostra Signora di Fatima e del miracolo del sole, Alexandrina pianse con passionate fervore: “Oh mio Dio, Ti amo!, sono tua completamente! Oh ancora per quanto non potro’ volare a te! Sara’ oggi? Oh ne sarei cosi lieta e felice! Una visione del Cuore Immacolato di Maria gentilmente la riassicuro’ dicendole: “ STO PER PRENDERTI” Alexandrina penso’ che la radiante Bianca voce che senti, fosse la voce di Gesu’: “SEI NEI NUMERI DEI MIEI SANTI”, e quello dell’eterno Padre, “ QUESTA E’ LA NOSTRA AMATA FIGLIA”.
Venne buio, e Alexandrina sorrise, e chiese a Deolinda il crocifisso e la medaglia di Nostra Signora dei dolori per baciarli. Quando Deolinda le porto’ il crocefisso e la medaglia, le chiese cosa avesse da sorridere, e Alexandrina poteva solo mormorare: “in Paradiso…Paradiso”. Brevemente dopo le 8 del mattino, Alexandrina ricevette la Santa Comunione con amore e devozione. Era la sua ultima volta. Poi come la stanza piena di preti che pregavano assieme a pellegrini e famigliari, Alexandrina lascio’ un ultimo messaggio a loro tutti, e a tutto il genere umano: “ Non Peccate . I piaceri di questa vita non hanno nessun valore. Ricevete la Comunione, pregate il rosario giornalmente.” “Questa e’ la somma di ogni cosa”.
A mezzogiorno, la sua gioia tremolante si avvicinava al paradiso: “Oh sono cosi felice, cosi felice, perche’ sto’ andando in paradiso!. Il dottore imploro’ di ricordarsi di loro, e Alexandrina sorrise, chiese ai presenti di pregare la preghiera per I morenti.
Come il sole inizio’ a tramontare, la vita di Alexandrina si spegneva lentamente: “Arrivederci.” Sussurro’: “ Ci incontreremo in paradiso”. La sorella Deolinda singhiozzo’ e mormoro’: “ Si in paradiso….ma non ancora”. Ma Alexandrina sicura e decisa disse: “ Si, in paradiso! Sto andando in Paradiso…velocemente…ora!’.
Alle 20, le sue labra si chiusero’ e per l’ultima volta baciarono il crocifisso e non si riaprirono piu’. Alle 20.29 quel cuore il qualte batte’ solo per amore finalmente cesso’.
La vita di Santa Alexandrina deve essere modello di insegnamento di noi Cristiani e non solo. Per portare la parola di Dio in tutto il mondo, a volte non solo parole ma soprattutto con fatti concreti, con la propria vita.
Francesco Fezzuoglio
Follow 72HoursForJesus.org